The Michelangelo International Wine Awards 2012 in Stellenbosch – South Africa

Dopo le edizioni del 2004 e del 2006, con grande piacere grazie all’invito di Sue Van Wik e Lorraine Immelman, ho avuto la possibilità di fare ancora una volta una full immersion nel vino sudafricano per una settimana partecipando al Michelangelo International Wine Awards 2012, giunto alla sua 16° edizione essendo stato istituito nel 1997, è senza dubbio uno dei concorsi enologici a cui io personalmente ho avuto l’onore di partecipare; questo per l’alto livello dei vini, per il fatto di essere in un paese produttore e per l’importanza che tale evento riveste per i produttori sudafricani.
La bellissima ospitalità e l’incantevole cittadina di Stellenbosch, uno dei luoghi più belli dove si produce vino, fanno il resto ed è sempre facile accettare l’invito a partecipare come giudice a questo evento, inoltre per me è sempre molto interessante trascorrere alcuni giorni a stretto contatto con colleghi e giornalisti di ogni parte del Mondo per scambiare opinioni e cercare di capire quali sono le tendenze internazionali e non solo sudafricane.
Una settimana con giornalisti e winemaker di tutto il Mondo per un piacevole confronto sui vini di questo paese tanto affascinante quanto bello e pieno di fortissimi contrasti sociali, nonostante da anni la parola apphartaid sia bandita. Fra Chenin Blanc, Sauvignon Blanc, Chardonnay, Syrah, Cape Blends, Pinotage e Bordeaux Style la settimana di degustazioni mi ha ancora una volta mostrato un lato variegato ma al tempo stesso ancora lontano dalla definizione territoriale che in Europa da alcuni anni è la nostra linea guida sull’approccio ai vini. Il livello dei vini è certamente ottimo con punte di eccellenza ma il territorio, inteso come riconoscimento dell’origine dei vini, è ancora un concetto piuttosto lontano per la maggior parte delle realtà sudafricane,  molto più importante è lo stile varietale che ogni azienda fra quelle visitate rimarca ogni volta che assaggi il vino. Da un punto di vista del Concorso i numeri parlano chiaro, in mancanza di una adeguata recensione nazionale ed internazionale che si occupa di indirizzare i consumatori sulla produzione del paese, i concorsi enologici sono in questo contesto molto importanti, testimonianza ne sono da un lato i migliaia di campioni che vengono iscritti a questo e ad altri concorsi che si tengono nel paese, e l’impressionante numero di bollini che troneggia sulle bottiglie premiate dei vini provenienti da questo paese, evidentemente per i consumatori è un modo per essere consigliati su cosa provare e per i produttori è altrettanto un modo per essere recensiti da un autorevole giuria internazionale.
Fra le realtà visitate molto interessante la visita e la degustazione ad una delle realtà più grandi del paese la KWV in Pearl ed in particolare la visita alla loro Winery boutique che è Laboire dove oltre a tutta la gamma ho potuto provare un KWV 1937 Likeuru Wine testimonianza che alla fine il termine Nuovo Mondo è molto relativo essendo già nel 1600 coltivata diffusamente la vite nella zona di Cape Town.
Michelangelo Wine Competition
www.michelangeloawards.com